Prima sessione pubblica della causa di beatificazione – 31.07.2011
• Cronaca:
Venerdi 31 luglio 2009 nella cappella dell'Ospedale Civile di Catanzaro
è iniziata la causa di beatificazione della Serva di Dio NUCCIA TOLOMEO. Gli
attori dell causa sono l'Arcivesco Mons. Antonio Ciliberti; Padre Aldo Mercurio
(Storico), Padre Florio Tessari (Postulatore), Padre Carlo Fotino (Promotore di
giustizia), Sign. Alberto Lorenzo (Notaio), Don Giuseppe Silvestre (Censore teologo),
Padre Pasquale Pitari (Giudice delegato), Padre Bruno Scopacasa (Notaio aggiunto),
Don Sergio Iacopetta (Storico), Don Salvino Cognetti (Censore teologo), Don
Giovanni Scarpino (Cancelliere), Dott. Nicola Greco (Storico).
• Riflessione dell’Arcivescovo Mons. Antonio Ciliberti
La prima parola che, partendo dal cuore, affiora sulle mie labbra è proprio
‘grazie’. Grazie al Signore che ci ha dato questa sorella che ci ha preceduto nella fede
e l’ha testimoniata con una vita intemerata, mediante la quale ha cercato in maniera
costante di unificarsi a Cristo, di identificarsi a Lui. In maniera mirabile ha raggiunto
questa dimensione proprio attraverso il supporto della sofferenza gioiosa. Nuccia
sapeva bene, nella luce vivida della sua fede crescente, che l’opera più grande che Dio
abbia potuto portare a compimento, al servizio dell’uomo nella storia, è stata
determinata dall’oblazione di Cristo, il quale, immolandosi sull’altare della croce, ha
celebrato davvero quell’unico essenziale sacrificio che ha riscattato l’uomo nella sua
dignità di figlio di Dio e gli ha consentito la certezza dell’eterna salvezza. Nuccia,
allora, in profonda sintonia con Gesù Cristo, ha voluto unire la sua passione a quella di
Gesù per potere collaborare con Lui nella gioia sofferta per l’universale redenzione
dell’umanità. Sono questi i caratteri costitutivi della particolare santità di questa
donna umile e pia, la quale sul letto della sofferenza, come sulla croce, altare su cui
Cristo si è immolato, incondizionatamente ha offerto sé stessa per potere collaborare
all’ineffabile disegno di Dio per l’evento della universale redenzione.
Sulla testimonianza esemplare di questa nostra sorella e la particolarità di
questo luogo privilegiato, che abbiamo scelto per dare inizio a questo processo,
dobbiamo tutti riscoprire la bellezza, l’efficacia, il valore e il senso della sofferenza
cristiana, che è l’anima costitutiva della gioia vera. Non c’è una gioia autentica se
non ha come anima la sofferenza. Ne volete una dimostrazione ineffabile? Eccola:
C’è gioia più grande dell’evento pasquale? Il Cristo che vince la morte, risorge e
afferma la perennità della vita? Ma qual è il segno pasquale? La croce, l’agnello che
s’immola. Nuccia ci ha dato questo insegnamento con la sua testimonianza e la
trasparenza della sua vita. Accoglieremo anche la sofferenza come un mezzo di
spirituale elevazione per potere, sulla esemplarità di Nuccia, partecipare con la
passione di Cristo all’evento della redenzione del mondo, oggi più che mai, perché
questo mondo ha bisogno dell’opera di Cristo e, quindi, ha bisogno dell’opera dei
cristiani. Nella luce di questa verità, temperati dalla forza di questa testimonianza,
intendiamo elevare fervida la nostra preghiera al Signore per chiedere l’aiuto del suo
Spirito, perché quanti lavoreranno per questa causa impegnativa e così singolare
possano sortire risultati positivi.